Sono libero di essere me stesso? A mio rischio e pericolo. E' dunque definibile libertà?
E' una continua mediazione tra la mia natura di singolo e la natura del gruppo , coeso contro il diverso, unito nella discriminazione. Perchè l'unione fa la forza, ed il bisogno primario di questi ragazzi che si aggregano in gruppi, branchi, greggi, è quello della mimesi reciproca. Stessa faccia, stesso schema comportamentale. Stessa divisa, stessa indole.
Certo, quello della accettazione è il desiderio di tutti,
al pari del desiderio di comprensione e di condivisione.
Ma questo bisogno deve necessariamente essere soddisfatto attraverso la discriminazione, l'ignoranza, la prevaricazione?
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