martedì 3 gennaio 2012

UN POMERIGGIO III

Vorrei solo il diritto alla libertà, un diritto primario, imprescindibile come il diritto al pane.

Sono libero di essere me stesso? A mio rischio e pericolo. E' dunque definibile libertà?

E' una continua mediazione tra la mia natura di singolo e la natura del gruppo , coeso contro il diverso, unito nella discriminazione. Perchè l'unione fa la forza, ed il bisogno primario di questi ragazzi che si aggregano in gruppi, branchi, greggi, è quello della mimesi reciproca. Stessa faccia, stesso schema comportamentale. Stessa divisa, stessa indole.

 Certo, quello della accettazione è il desiderio di tutti,
al pari del desiderio di comprensione e di condivisione.

Ma questo bisogno deve necessariamente essere soddisfatto attraverso la discriminazione, l'ignoranza, la prevaricazione?

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